Frutta estiva e cambiamento climatico

Anche quest’anno ci risiamo: trovare frutta estiva diviene sempre più un’impresa per noi di RuraliS che ci rivolgiamo a chi fa agricoltura naturale sul territorio. Sì, perché gli effetti del cambiamento climatico si ripercuotono immediatamente sui delicati alberi da frutto che si risvegliano dal letargo invernale, compromettendo in poche ore il lavoro di un intero anno.

Le sempre più frequenti gelate tardive, che quest’anno si sono manifestate in particolar modo nei primi giorni di Aprile raggiungendo in alcune regioni picchi di -7°, hanno causato ingenti danni ai raccolti.

Da un’analisi della Coldiretti emerge una perdita di quasi un frutto su due per questa stagione: gli sbalzi di temperature primaverili hanno in sostanza dimezzato i raccolti nazionali con cali che vanno dal 30% per le ciliegie, al 40% per le pesche nettarine fino al 50% per le albicocche rispetto ad un’annata normale.

Secondo la Confederazione italiana agricoltori (CIA), nel Nord e nel Centro Italia le gelate potrebbero aver causato una riduzione della produzione agricola complessiva del 50-70% che interesserebbe in particolar modo vigneti ed alberi da frutto, stimando danni per milioni di euro.  

La fioritura del melo dell’azienda trentina “Maso del Gusto” durante l’ultima gelata di Aprile

Ma come mai le perdite sono così alte?

Fenomeni di gelate e di abbassamento di temperature ci sono sempre state; con il riscaldamento globale, fenomeno al quale assistiamo da diverso tempo, però, questi episodi sono divenuti molto più compromettenti per le coltivazioni.

Le piante arboree infatti, hanno un contatore fisiologico interno che si regola sulle condizioni atmosferiche esterne decidendone le fasi fenologiche, ovvero il ciclo vitale delle stesse. 

In questo anno corrente le piante sono state stimolate dalle alte temperature di Marzo ad una fioritura precoce, per essere poi colte dalle gelate del mese successivo nella loro fase più delicata: ovvero la formazione di piccole gemme e fiori. Ciò le rende senz’altro più vulnerabili ed esposte: durante un fenomeno di gelata infatti l’acqua contenuta all’intero dei tessuti delle piante si solidifica creando delle vere e proprie lesioni dovute all’aumento di volume che intaccano la salute dell’arbusto.

In visita da Hasmik di “Orto di Gelso”, prima della grandinata che si è abbattuta sul campo di fragole

Anche altra frutta stagionale ha risentito di questi sbalzi termici: Federica della Cooperativa Agricola Aria ci racconta di aver visto alcuni produttori della sua rete costretti a distruggere interi campi di meloni ed angurie, oramai irrimediabilmente invasi da parassiti sviluppatisi con l’umidità.
Come tutti vi sarete accorti, anche le fragole sono state toccate dell’imprevedibilità metereologica. Proprio nei giorni di massima produzione sono state colte, la scorsa settimana, da una forte precipitazione con episodi di grandine. Inutile dire che il fenomeno ha dato un gran da fare alla nostra Hasmik di Orto di Gelso che ha condiviso in tempo reale con noi i suoi timori e le strategie che ha adottato per salvare più kg possibili del suo prezioso raccolto.

Ciò che possiamo fare, nel nostro quotidiano in bottega, è sicuramente essere solidali e comprensivi con i produttori in difficoltà offrendo il nostro supporto e aiuto concreto e dall’altra parte sensibilizzare il più possibile sui segnali evidenti che la natura ci lancia e che potrebbero, se ascoltati, orientare al meglio le nostre scelte ed abitudini nonché portare l’attenzione a livello globale su questi temi perché diventino prioritari in agenda.

Raccolta di albicocche presso l’azienda agricola “Regina Viarum” sull’Appia Antica